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Paul James A.
Volpi e polli
Il libro descrive la storia del Consiglio di Sicurezza dell’ONU dalla sua nascita fino al 2016. Si parte dall'analisi della fase iniziale, che haportato alla sua creazione con alcuni meccanismi di controllo come il diritto di veto dei cinque membri permanenti; si passa dall'evoluzione durante il periodo della Guerra Fredda e dalle speranze di riforma del ventennio post caduta del Muro di Berlino; si giunge infine al decennio del 2010, con tutte le difficoltà ad esso legate. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite rimane un corpo misterioso, nascosto per la maggior parte del tempo dietro un rigoroso perimetro di sicurezza. Per comprendere il Concilio, è necessario penetrare in una selva di miti ed esaminare la rete di ideologia, paura e ambizione che motiva i suoi membri. Per promuovere un Consiglio adatto al futuro, dobbiamo essere ambiziosi, con l’obiettivo di una trasformazione radicale. Perché una cosa è chiara: il pragmatismo cauto non basta. James A. Paul è stato a lungo una figura importante nella comunità delle ONG delle Nazioni Unite; ha prestato servizio in numerosi consigli e comitati e ha scritto articoli, recensioni, documenti politici e libri su relazioni internazionali e politica globale. È il fondatore del gruppo di lavoro delle ONG sul Consiglio di Sicurezza.
Maccalli Pier Luigi
Liberate la pace
Pier Luigi Maccalli - membro della Società delle Missioni Africane - era in Niger da oltre dieci anni quando, nel 2018, è stato sequestrato da un gruppo di jihadisti: è rimasto loro ostaggio, in pieno deserto, per più di due anni. Dopo aver raccontato la sua drammatica esperienza nel libro Catene di libertà (Emi, 2021), ne affida a queste pagine il distillato spirituale, testimoniando un doppio cammino di liberazione: quello del corpo, dalla progionia, e quello dell'anima. Il punto di arrivo è la consapevolezza, radicata e preziosa, soprattutto in questo momento storico, per cui non possono essere le armi a portare la pace, ma solo e unicamente il perdono. «Padre Gigi rilegge la propria lunga, faticosa e terribile prigionia raccontandoci la sua profonda conversione, una vera e propria metànoia. Per sconfiggere le paure, la solitudine e il senso di abbandono egli va alla ricerca di un oltre che possa aprirgli spiragli di speranza e che ora, dopo la felice conclusione di questa tragica esperienza, è divenuto un nuovo programma di vita» Don Michelangelo Nufi
La Valle Raniero
Leviatani, dov'e' la vittoria?

A un anno di distanza dall’invasione dell’Ucraina, il mondo si trova sempre più immerso nella follia della guerra. Una follia a cui – è il monito di Papa Francesco – «non possiamo rassegnarci». Al tempo stesso, però, si sono ridotti gli spazi di critica e persino la parola “pace” rischia di essere svuotata del suo vero senso.Come siamo arrivati a tanto? L’Autore, giurista e giornalista, figura storica del pacifismo italiano, offre in questo suo libro un’analisi critica e storica rigorosa che parte da una domanda: «Come siamo arrivati a questo punto?». Come siamo passati dalla guerra fredda al crollo del Muro di Berlino e, da questo, alla «terza guerra mondiale a pezzi» di cui parla Francesco? Come e perché  gli Stati – i Leviatani che il capitalismo finanziario degli anni novanta dava per morti – sono tornati a servirsi dello strumento principe della paura: la guerra?

Agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, scrive Raniero La Valle, «la guerra non solo era bandita dal diritto, ripudiata dalle Costituzioni, ma godeva di un unanime discredito e repulsione nell’opinione pubblica mondiale. La guerra, identificata con la guerra nucleare, era considerata come il male assoluto, anche dai governanti. La Guerra fredda era combattuta per evitare la guerra. La guerra era il terrore; la pace era l’e­quilibrio del terrore, era la deterrenza: cioè togliere il terrore con il terrore. Nella nuova situazione creatasi dopo il 1989, la guerra invece doveva essere ripristinata, richiamata dal suo esilio, eticamente riscattata e di nuovo agghindata e adornata come una sposa. E naturalmente occorreva anche tenere in mano le carte per l’ultima partita sulla ripartizione e l’utilizzo delle riserve in via di esaurimento del petrolio e degli altri combustibili fossili».

Oggi la guerra è combattuta per iniziare altre guerre. È un conflitto permanente, probabilmente asimmetrico, certamente totale che, passando dall’Iraq alle torri gemelle, dall’Afghanistan all’attuale situazione di conflitto multipolare ha portato alla situazione attuale. Una situazione in cui nessuno sa più distinguere tra amico e nemico, perché ognuno è potenzialmente un nemico, e il campo politico e sociale è letto attraverso il filtro di un messianismo rovesciato.

Da questa genealogia della guerra contemporanea – a cui è dedicata la prima parte del volume – prende spunto l’Autore per analizzare l’evolversi della situazione in Ucraina. Un «diario in presa diretta», un «reportage di idee», come lo avrebbe chiamato Michel Foucault, che dal 26 gennaio al dicembre 2022, mette in ordine fatti, cronache, situazioni che mostrano come la «guerra non sia solo come continuazione, ma la sosti­tuzione della politica con altri mezzi».Al centro di questa situazione, ci sono i Leviatani, la bestia biblica evocata da Giobbe e ripresa dal padre della teologia politica occidentale: Thomas Hobbes. Evocati fin dal titolo del libro, questi Leviatani sono oggi in lotta permanente tra loro: «Sono loro che credono alla vittoria, degli uni contro gli altri, e la vittoria non la possono avere».

«Ma intanto che fare? Come uscire dalla distretta? Il mondo, che per natura e per grazia vorrebbe vivere in pace, è devastato oggi da una muta di Leviatani che si affrontano proprio là dove solo trent’anni fa Est e Ovest avevano celebrato la loro riconciliazione. Dal branco se ne stacca uno, che guarda più lontano, oltre la guerra in corso, che ha detto di non volere alcuno né sopra né uguale a sé, che è la formula dell’Impero».

A questo punto, conclude l’Autore, che offre nel libro molti esempi concreti, si potrebbe e dovrebbe riprendere in mano il progetto di un costituzionalismo oltre lo Stato, «e ripensare il mondo, non come l’abbiamo pensato e malversato fin qui, ma com’era fin dal principio e noi non l’avevamo capito».

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