collana: Religioni In Dialogo
pubblicazione: luglio 2010
pagine: 304
peso: 503 grammi
isbn 9788830718791
Renzo fabris
Una vita per il dialogo cristiano-ebraico
Di ebraismo e di dialogo cristiano-ebraico si parla oggi comunemente, anche se resta difficile misurare la reale incidenza e qualità ecclesiale – per dire così – di tale fenomeno. Assai meno ci si sofferma adeguatamente sui primi passi del dialogo fra le chiese cristiane e la realtà di Israele, sui suoi pionieri che ne hanno intuito per primi la centralità strategica, dal punto di vista teologico ma anche civile, sociale e politico. Fra di loro, in ogni caso, su scala nazionale il nome di Renzo Fabris (1929-1991), padovano di nascita e milanese di adozione, a lungo presidente del Sidic e primo presidente degli Amici di Nevé Shalom - Waahat as-Salam, è tanto poco ricordato quanto di fondamentale importanza. Questo volume di Brunetto Salvarani, a sua volta studioso di ebraismo e teologo del dialogo interreligioso, presenta il percorso culturale di Fabris, i suoi temi, gli interrogativi aperti e il lascito al dialogo cristiano-ebraico e alla comprensione cristiana del mistero d'Israele; e li colloca, aspetto non secondario, nell'orizzonte di un'esistenza pienamente nel mondo, da laico, sposato, padre di famiglia, assai impegnato nell'ambito professionale. Il lettore non deve credere che questo libro sia una pur ricca biografia: certamente da queste pagine emergono (...) la vita e la ricchissima produzione di Renzo. Ma l'autore ci ha dato molto di più, infatti egli ha colto ciò che sta al di là della biografia. Ossia la funzione quasi profetica di Renzo: profetica non nel senso di annunciare il futuro, ma di prepararlo. (Paolo De Benedetti) Renzo Fabris era uno di quei cristiani che, pur portando avanti il suo lavoro professionale, credeva fermamente nel dialogo ebraico-cristiano e faceva di tutto per promuoverlo. (...) Sono lieto che vi siano iniziative per ricordarlo. Sarà un modo concreto per dire anche alle generazioni di oggi che la Chiesa considera questo dialogo come essenziale». (Carlo Maria card. Martini)
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